Quante malattie sarebbero evitate se si mangiasse nel modo giusto? L’alimentazione non è l’unico fattore determinante, ma di sicuro quello che si può controllare meglio. Giorno per giorno. Conoscendo la stretta correlazione tra un’alimentazione non equilibrata e le malattie più diffuse, è possibile prevenirle anzi che curarle.
Bisogna arrendersi all’evidenza: chi mangia troppo e male infligge al suo organismo eccessi e carenze che ne mettono in pericolo il buon funzionamento, quando maltrattiamo in questo modo la nostra macchina, senza alcuna regola né manutenzione, rischiamo di inceppare il motore. Certo, l’alimentazione non rappresenta l’unica causa, ma la salute dipende essenzialmente da essa.
Affidiamoci alle informazioni che ci forniscono gli studi scientifici, Graham Colditz, epidemiologo della Harvard School of Public Health, ha stimato che, tra gli adulti americani obesi, il raggiungimento del peso corretto potrebbe prevenire;
il 96 % i casi di diabete mellito tipo II
il 74% dei casi di ipertensione arteriosa
il 72% delle malattie coronariche,
il 32 % dei tumori al colon
el il 23 % delle neoplasie al seno
Non vale forse la pena pensarci 2 volte, prima di ingozzarsi di cibi malsani, per avere una maggior aspettativa di vita, con anni più sani e serena? Ma riscontriamo già su soggetti in sovrappeso dei disturbi e malattie provocate dalla cattiva alimentazione, quindi non sono solo li obesi che riscontrano questi tipi di problemi.
É innegabile che i consumatori hanno a disposizione prodotti poco affatto sani e che alcuni componenti, in particolare gli additivi alimentari come i conservanti, i coloranti, gli emulsionanti gli esaltatori di sapidità possono avere effetti dannosi per l’organismo, sia perché no un aumento di peso, sia perché possono compromettere la salute in generale, le prestazioni e l’attività dell’organismo esigono il contributo giornaliero del proprietario, che deve fornire il carburante adeguato, le mancanze e gli eccessi alimentari minacciano così spesso la nostra salute: troppo pochi glucidi, troppi alimenti che danneggiano la flora intestinale, pochi che ne preservano l’equilibrio, un’alimentazione troppo acida o troppo povera di sostanze antiossidanti ect ect .
Come per esempio troppi glucidi :non bisogna lasciarsi tentare da palato, ma prestare attenzione alla quantità dei glucidi consumati e preferire quelli a lento assorbimento, tenendo presente l’indice glicemico degli alimenti, i glucidi assunti attraverso gli alimenti aumentano il livello del glucosio nel sangue : la glicemia. Questa provoca una liberazione d’insulina, un ormone-tampone. Maggiore è il carico glicemico degli alimenti e più elevata è la produzione di insulina, con la conseguenza che presto sentiremo di nuovo il bisogno di assumere alimenti ricchi di zuccheri, creando così una sorta di dipendenza.
Si possono evitare i pichi d’insulina eliminando gli alimenti a elevato indice glicemico, responsabili del sovraccarico ponderale sopratutto a libello addominale. Ma attenzione: i grassi derivati dal metabolismo dei zuccheri non si traducono solo nella antiestetica pancetta. Alcuno possono distribuirsi sul tessuto cerebrale, dove vengono ossidati, e con i trascorrere degli anni possono provocare stanchezza e disturbi della memoria. Secondo i ricercatori, potrebbero anche essere coinvolti nello sviluppo del morbo di Alzheimer.
Inoltre entrando nel circolo sanguino, sono responsabili della formazione delle placche ateromasiche( le alterazioni localizzate sulla parete interna dei vasi sanguigni che all’inizio sono costituite dai dai grassi come il colesterolo) che ostacolano la circolazione e possono danneggiare organi vitali, come il cuore, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, inoltre la continua liberazione di insulina può portare allo sviluppo del diabete mellito tipo II.
Ma attenzione: anche troppi pochi (glucidi), privarsi dei glucidi non è una buona idea, perché conduce alla gluconeogenesi: per soddisfare il fabbisogno di glucosio l’organismo si attiva e trasforma i lipidi e le proteine in energia utilizzabile. Se questo processo si ripete continuamente, può avere conseguenze negative : diminuzione massa magra, sovraccarico renale, accumulo dei depositi che nonostante di acido urico nel sangue e provocano disidratazione e demineralizzazione.
In parole povere: né troppo, né troppo poco, a voi la scelta .
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